venerdì 7 maggio 2010

Totò, Scajola e i giovani d'oggi

C'è un tipo che lavora al ministero. Questo signore qui ha un figlio - Carlo - che si deve sposare. Cioè. Non è che si deve sposare. Si vuole sposare. Con Gabriella. Il papà di Gabriella, il cavaliere Cocozza, della pasticceria omonima, all'inizio non vuole, poi però sua moglie lo convince. Anche il papà di Carlo, quello che lavora al ministero, all'inizio non vuole. Poi però sua moglie lo convince. E fin qui.

Arriva il momento in cui le due famiglie si incontrano, e i due si conoscono. Ora cosa succede. Il cavalier Cocozza e l'uomo che lavora al ministero iniziano a discutere. Il pranzo, il viaggio di nozze, il buffet, la torta, questo tocca a te, questo tocca a me, litigano, non danno il consenso, i ragazzi scappano, poi tornano, le famiglie fanno pace, e si arriva al dunque.
La casa.
Chi compra la casa.
Ora.
Il cavalier Cocozza, che poi sarebbe Totò, convince il tipo del ministero che la casa tocca a lui. Deve comprarla lui. E il tizio, pieno di buona volontà, ne trova una. Anche se non è proprio davanti al Colosseo. Anzi - come va, come non va - la casa è piccola.
Ironie.
I sette nani che possono trovare una sistemazione adeguata, Biancaneve che è un pezzo di ragazzona, insomma come va a finire. Va a finire che il tizio del Colosseo, cioè, non del Colosseo, il tizio del ministero lascia stare la casa, non la paga più, non lui, chissà chi la paga, non si sa, nel film non si capisce, c'è solo Totò che a un certo punto chiede: "E per i pagamenti come ha combinato?". Ma il tizio del ministero non risponde. Lascia tutto nell'ambiguità.
Sì, lo so cosa state pensando, state pensando che sarebbe una cosa da acclarare, però il film va avanti e Totò - il cavaliere Cocozza - in cambio chiede una raccomandazione per ottenere la fornitura delle colombe Cocozza dal ministero. 
Un appalto.
Oddio mio.
Una casa.
Un appalto.
E poi il resto non ve lo dico. 
Però fa ridere.

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