domenica 30 gennaio 2011

Le idee chiare

- Pà.
- Sì?
- Che cos' il Superenalotto?
- Un gioco.
- E come si gioca?
- Devi indovinare sei numeri che verranno estratti a sorte fra 90.
- E' divertente?
- No.
- Perché allora la nonna gioca?
- Si possono vincere dei soldi.
- Tu hai vinto?
- Mai.
- E se tu vincessi, cosa ne faresti dei soldi?
- Non ci ho mai pensato.
- Io ci ho pensato.
- Che ne faresti?
- Comprerei tante figurine.

sabato 29 gennaio 2011

Le conseguenze del motore

Il commissariato di polizia di Nidwalden, in Svizzera, ha avuto per anni un fotografo di nome Arnold Odermatt. Per 42 anni, dal '48 fino al momento della pensione giunto nel '90, il signor Odermatt tornava sui luoghi degli incidenti stradali con il suo obiettivo e faceva un clic nel silenzio dopo lo schianto. Finché qualcuno scoprì quelle foto, e scoprì che erano magnifiche. Raccontavano cos'è la calma. Oggi Odermatt ha 85 anni e le sue foto finiscono in mostra.

Che vuol dire in momenti come questi

Leggere di Napoli da qui

Però intanto è Napoli ad essere di nuovo sotto i riflettori. E pensare che lo fu - e non cent'anni fa - per tutt'altro aspetto: per il suo irrefrenabile "rinascimento", per l'esplodere di ognuna delle sue pulsanti vene culturali, dalla musica al cinema, fino al teatro. Quella luce quasi non brilla più. E nei momenti di maggior sconforto - che vuol dire in momenti come questi - viene da chiedersi se Napoli non stia finendo come finisce una stella: che continua a irradiar luce anche se si è spenta già
[Federico Geremicca, oggi su La Stampa]

giovedì 20 gennaio 2011

Le anteultime / The Reader - a voce alta

I film visti quando li hanno già visti tutti

Dice: scegli un'attrice da cui vorresti essere accudito un giorno che ti senti male. Uno potrebbe dire Sophie Marceau.
Dice: scegline una dalla quale a 13 anni vorresti essere stato avviato alle gioie dei baci e delle carezze. Uno potrebbe dire mmm... fammi pensare, fammi pensare... mmm... Sophie Marceau.
E poi dice: adesso scegline una dalla quale vorresti sentirti dire, Ehi ragazzo leggimi un libro. Allora uno potrebbe dire Sophie Marceau. Direbbe un solo nome: Sophie Marceau, mentre potrebbe dirne tanti di titoli di libri, ma proprio tanti, e però alla fine ne deve scegliere solo uno. Uno solo. E sceglie quello. Quello lì.

venerdì 14 gennaio 2011

com'era quel discorso sull'egemonia culturale della sinistra?

autobiografie: via della viola

le autobiografie più belle del web / 13

e non è che c'è scritto viadellaviola e allora bisogna pensare che questo sia un blog romantico...

[da via della viola: un blog senza sottoveste]

giovedì 13 gennaio 2011

I Cake e il salone espositivo della pietà

Fra i dischi più attesi del 2011 da chi ne capisce, ecco il ritorno dopo 7 anni di silenzio dei Cake. Titolo bellissimo, The Showroom of Compassion. Tutti a dire che è un disco vintage. Io non lo so. So che quando comincia con Federal Funding, uno che lo sente in cuffia crede di essere dentro un videoclip. Cosa che effettivamente dovrebbe ispirare una categoria da aggiungere ai premi di fine anno. Got To Move è come un pezzo di Ivan Graziani impastato coi Destroyer (per chi ricorda la bella Foam Hands del 2008), però messo nel freezer 50 anni fa e adesso scongelato. A Mustache Man manca solo il coraggio di concedersi un falsetto più convinto nel ritornello, per candidarsi a hit spacca-radio, tipo Maroon 5. Mentre Teenage Pregnancy ha un titolo drammatico, un pianofortino inquietante e una banda che accompagna tutto per 2 minuti e 40 come se fosse appena uscita da un fotogramma di Kusturica. O come se accompagnasse una di quelle acrobate che al circo si sdraiano con la schiena su uno sgabello e fanno girare una palla sotto le piante dei piedi. E poi c'è Sick Of You. Che sarebbe pure il primo singolo tratto dall'album. Qua il riff galleggia tra Satisfaction dei Rolling Stones e Day Tripper dei Beatles, con la tromba di Vince DiFiore che vorrebbe camuffare. Vorrebbe.
Bound Away ha un vestito country e io faccio skip. Ma ho un debole per The Winter, per quella tromba con sordina che fa da intermezzo alle strofe in cui un suono da cantina di Liverpool anni '60 si incastra psichedevolissimevolmente con certe lezioni del rock progressivo (questa frase è venuta proprio bene).
E Italian Guy? Archi, batteria, ironia e marcetta. Chi ha stroncato il disco (Rolling Stone) scrive che in 7 anni non sono cambiati. Chi lo ama (Ew) scrive che in 7 anni non sono cambiati.
John McCrea, il leader, dice che è la prima volta che gli andava di usare un piano acustico, che prima gli sembrava troppo classico, ed è pure la prima volta che ha usato i riverberi nel suono. Be', lo rifaccia.
[il disco si sente qui]

mercoledì 12 gennaio 2011

Le anteultime / An Education

I film visti quando li hanno già visti tutti

C'è questo tizio di nome David che ha un po' la faccia di Colin Firth ma non è Colin Firth. Lui è tutto un sofisticato, va di qua, va di là, gli piace finanche il jazz. Quando incontra una sedicenne, la sedicenne si chiama Jenny, la porta con sé nella bella vita di Londra. E lei ci casca. Si innamora. Carey Mulligan, l'attrice, è bravissima. Le hanno dato un fottìo di premi, compresa la nomination all'Oscar, e chi siamo noi per non dire che sia bravissima? Lei si atteggia ad Amelie per mezzo film, e non se ne fa nemmeno accorgere. Poi Nick Hornby - perché il film l'ha scritto Hornby - fa succedere quello che fa succedere.
A quel punto si capisce in tutta evidenza che il film ha alcuni riferimenti chiave del narrare borghese: il Samuel Richardson di Clarissa e Pamela, il Thomas Hardy di Tess, e soprattutto mia zia Mariolina, quando diceva che dalle donne gli uomini vogliono solo una cosa.

autobiografie: tfm

le autobiografie più belle del web / 12esimo fascicolo

TuttoFaMedia detto TFM è sceneggiatore, blogger, serial telefilmer, ex lost additto.
Questo blog si bulla di essere stato citato da L'Espresso a proposito del film Avatar, dal Corriere della Sera a proposito di Papa Ratzinger, da TvOggi a proposito di Luca Sardella e Janira Maiello.
Recentemente, per conto della rivista Setteperuno, ha intervistato lo scrittore Omar Di Monopoli in una serata che lo stesso scrittore ha definito "divertente".
Leggendo questo blog c'è chi ride fino alle lacrime, chi piange fino alle lacrime e chi invece dice "sei un valore aggiunto". Un po' come quando vai dal salumiere e gli chiedi un etto di bresaola, lui affetta un etto e mezzo e dice: "Che fa, lascio?"
[dal blog tuttofamedia

[tutte le autobiografie qui]

sabato 1 gennaio 2011

Le anteultime / Lo spazio bianco

I film visti quando li hanno già visti tutti

Al di là delle riflessioni sulla gravidanza che stravolge la vita ordinaria, al di là del nudo di Margherita Buy - nudo artistico, si capisce; al di là delle polemiche che all'epoca si accesero a Venezia sul Pro Life sì o no, e al di là del cast che nei film su/ambientati a Napoli è generalmente medio-alto (sto pensando per esempio a Fortapàsc) mentre invece stavolta non dà completamente quell'impressione; ecco, al di là di tutto questo Lo Spazio Bianco di Francesca Comencini dice soprattutto una grande verità. Di quelle assolute. Rivelatrici. Verità spesso nascoste forse con dolo, chi lo sa, chi lo può dire.
Lo Spazio Bianco dice in maniera definitiva e incontestabile che a Napoli piove. Piove quasi sempre. Finalmente, sappiatelo.