giovedì 24 marzo 2011

Chi siamo, dove andiamo

venerdì 18 marzo 2011

A Parigi ci stanno milioni di pagliette

Se un giorno qualcuno dovesse domandarvi, Dimmi la faccia simbolo della straordinaria qualità media degli attori caratteristi napoletani, ecco, andate a colpo sicuro e dite: Enzo Cannavale.


mercoledì 16 marzo 2011

Le anteultime / La verità è che non gli piaci abbastanza

Un po' come una puntata di Sex and the City. Però più lunga.
Un po' Closer. Però più leggero.
Anzi.
Molto più leggero.
E poi c'è lei.
Lei lei.
Scarlett Johansson.
La cosa che insegna questo film è fare i conti con la degenerazione della propria memoria. Perché si sta per tutto il film a dire porcamiseria ma io quello lo conosco, porcamiseria ma io quella la conosco.

La frase: Il lieto fine è andare avanti. O forse il lieto fine è questo: sapere che nonostante le telefonate non ricevute e il cuore infranto, nonostante tutte le figuracce e i segnali male interpretati, nonostante i pianti e gli imbarazzi, non hai mai e poi mai perso la speranza.

Se il sole è forte bisogna mettersi all'ombra

I grandi misteri della musica italiana
Ma se un luccio può raggiungere una lunghezza massima di un metro, com'è possibile che a Gianni Morandi l'altra domenica quando è andato al lago gli sembrava un drago? Poi si lamenta che canta le canzoni stonate e le parole sono sempre più sbagliate.

(nella foto il luccio preso da Gianni Morandi)





Gli altri misteri
E dice pure che non voleva mica la luna
Sotto il segno dell'inguine
"Ma girando la mia terra io mi sono convinta che"
Noi chi?

giovedì 10 marzo 2011

LUnità d'Italia secondo Pippo

Il barman dell’unità d’Italia. “Che cocktail di storie e di passioni, quegli anni. Il romanzo più bello che si possa scrivere. Io dovrò solo prendere tutta la materia e shakerare”. Bianco, rosso e Pippo Baudo, il Risorgimento arriva in prima serata Rai. La storia e l’intrattenimento, la formula che più gli sta a cuore, già frequentata in passato con Giorno dopo giorno, Novecento, I migliori anni. Spettacolo e riflessione insieme, “un’impresa, una difficoltà pazzesca” come dice lui, ora che è al cinquantaduesimo anno di televisione e che in televisione vede sempre più spesso passare “soltanto un divertimento lepido ed epidermico, mai di sostanza”. Una sfida alta, altissima, improvvisamente avvolta d’aria nuova dopo il Benigni passato a Sanremo a cavallo dell’inno di Mameli. “Una cosa inattesa. Come se improvvisamente gli italiani, sbandati e senza più punti di riferimento, si stessero ritrovando intorno al valore del tricolore, ma non come valore formale. Questo è un Paese che si sta spezzettando, bisogna impedirlo. L’unità d’Italia come concetto è antecedente alla sua realizzazione, non è del 1861, ma era già nella mente di Dante Alighieri, di Petrarca, di Foscolo. Che poi fosse politicamente divisa in Stati e staterelli, non conta. Era una situazione contingente”.

Mi hanno fatto un regalo

Esiste davvero

martedì 8 marzo 2011

Il sessantasettesimo giorno dell'anno

C'era tempo fa un'assessore donna alla quale piaceva farsi chiamare assessora, e chissà perché non assessrice. Rosa Russo Iervolino veniva da lei chiamata sindaca. E via così. Una volta arrivò a un'assemblea di partito con una componente del suo staff, la presentò e disse: "Il mio braccio destro", e io mi chiesi perché allora non l'avesse presentata come la sua braccia destra.

A me mi piace premiare il talento

Trent'anni fa usciva Ricomincio da tre, e fu una cosa pazzesca per noi adolescenti napoletani, finalmente liberi di ridere delle nostre timidezze e di una certa Napoli. Lo fu non solo per noi, evidentemente, perché il film d'esordio di Massimo Troisi rimase nei cinema di tutt'Italia per quasi due anni. Chi non l'ha mai visto, lo recuperi.
Per celebrare l'anniversario, un'associazione chiamata Napolibuona ha fatto sapere al mondo di aver creato la pizza Troisi. E' abbastanza normale che fra gli ideatori di una pizza ci sia un pizzaiolo (si chiama Gino Sorbillo), più irrituale che ci sia un ex assessore provinciale, Francesco Borrelli, che non è un omonimo dell'assessore di cui nel cortile s'è parlato in passato, ma esattamente lui: quello delle ronde e della tassa su 'O sole mio.

lunedì 7 marzo 2011

Tripoli 2011

Ora che Obama avverte Gheddafi della possibilità che la Nato intervenga con le armi, torna in mente che per gli americani la Libia è un nome che si lega alla guerra. Solo alla guerra. Non c’è stato film sulla Libia che abbia avuto un soggetto diverso. Dall’Humphrey Bogart che muore di sete nel Sahara di Zoltan Korda, al Richard Burton della Vittoria amara di Nicholas Ray, al John Payne che interviene con la marina contro i pirati di Tripoli. Richard Gere, in Power di Sidney Lumet, è un pubblicitario “capace di trasformare Gheddafi in Babbo Natale”. E torna in mente Troisi, quando diceva che gli americani in realtà fanno le guerre per dare nuove idee a Hollywood.