venerdì 31 maggio 2013

Per un cuore da guerriero

Un guerriero possiede un’inquietante fiducia in se stesso. Sa di aver vinto ancora prima che una sola azione sia compiuta. Un guerriero si sente il padrone del gioco, sa che nessuno potrà togliergli il potere. Il guerriero è un eroe, un semidio in battaglia, è pura energia. Ma sarà destinato alla tragedia se dimentica d’avere dentro di sé una metà da principessa: sensibilità, creatività, dolcezza. Energie complementari. Un’anima da guerriero e una da principessa, lo yang e lo yin, fanno l’equilibrio di una persona. “E poche cose come le arti marziali possono creare una sensazione di sicurezza così profonda”. Daniele Bolelli è cintura nera di kung fu san soo. Insegna arti marziali parlando di Eraclito e Nietzsche. Non è proprio la réclame dell’uomo che dedica la vita a specializzarsi. A 18 anni lascia l’Italia, si laurea in California, un master in storia degli indiani d’America, poi l’ingresso come docente in college e università di Los Angeles e dintorni. Dove le sue materie di insegnamento non sono omogenee: si va da storia degli Stati Uniti a storia dell’antica Roma, corsi in cui la filosofia si impasta con il cinema, con il judo, con lo jiujitsu. Gli studenti, va da sé, lo adorano.

Il caos di Napoli e il colesterolo


"Allo spettatore vorrei strappare una risata: è da sei film che ci provo, speriamo che sia la volta buona. Anche se ho capito che rido di cose che divertono solo me". (Paolo Sorrentino, Donna Moderna)

"La chiave di Galliani sono gli occhi. Intuii che sono tristi, malinconici. Spesso addirittura vitrei". (Teo Teocoli, Il Fatto, 24 maggio)

"Un'estate intera a Napoli? A rimetterci è solo il colesterolo". (Pino Insegno, Il Mattino, 24 maggio)

«Il rumore di Napoli? Il suo caos? Il suo vociare? E' meraviglioso, l'espressione di una grande energia, perfetta per il mio teatro». (Peter Brook, Il Corriere del mezzogiorno, 29 maggio)

"Io sono un metropolitano. Sono cresciuto con Mario Merola e Miles Davis, le tammorre sono di provincia". (Ciccio Merolla, Il Corriere del mezzogiorno, 28 maggio)

"I film che vedevo mi provocavano sogni musicali. Ulisse, Riso Amaro, i technicolor americani come La Tunica. E poi Totò" (Vince Tempera, Avvenire, 31 maggio)

"Ma è davvero Roma quel che si vede nel film o è piuttosto la media tra Napoli e New York, ovvero tra una ex capitale decaduta da cui fuggono i suoi figli esportando ironia (Sorrentino e Servillo in primis) e la capitale globale del Declino occidentale?". (Marcello Veneziani, Il Giornale, 24 maggio)

"E' stata una fortuna aver visitato ripetutamente e convulsamente tante parti del mondo. Ma la mia fortuna più grande è di essere nato a Napoli, che a questo punto, dopo aver visto tanti posti bellissimi, considero la città più bella del mondo". (Edoardo Bennato, Corriere del Mezzogiorno, 31 maggio)

"Nel resto del mondo non puoi giocare a essere quello che non sei. Da noi funziona sempre, un po' in tutti i campi". (Paolo Sorrentino, La Stampa, 31 maggio)

"Spielberg si stupì quando gli feci i complimenti per la scena finale di E.T. Non capiva. Disse: ma è copiata da Miracolo a Milano. Io ho solo tolto le scarpe e messo la bicicletta". (Giancarlo Giannini, Il Giornale, 31 maggio)

"Preferisco essere chiamata ministra. Con la a". (Josefa Idem, la Repubblica, 26 maggio)

"Penso che questa insistenza nel voler livellare, eguagliare i generi, le identità sessuali, sia un'idiozia. I fiori offerti da un uomo a una donna oggi è considerato un gesto indecente". (Roman Polanski, la Repubblica, 26 maggio)

"Non voglio essere la migliore attrice del mondo ma durare il più a lungo possibile". (Bérénice Bejo, Grazia, 31 maggio) 

"Comunque ci sono grandi attrici comiche. Le mie preferite sono Cary Grant e Burt Reynolds". (Jerry Lewis, L'Unità, 24 maggio)

domenica 26 maggio 2013

Bilbao. Quando c'era la Catedral

catedral La prima volta che ci vieni, devi portare i fiori in tribuna. Sul serio. Come in chiesa. Perché questa è una chiesa. Di più. E’ una cattedrale. La Catedral.
La prima volta che una squadra avversaria mette piede al San Mamés, lo stadio dell’Athletic Bilbao, la tradizione le impone una sosta davanti alla statua di Rafael Moreno Aranzadi, detto Pichichi, morto a 29 anni per un attacco di tifo. Un idolo, un nome che è diventato sinonimo di capocannoniere. La statua è lì, alle spalle del palco della tribuna. Quello è l’altare, il cuore di un impianto centenario, il secondo più antico di Spagna, costruito laddove un tempo sorgeva davvero una chiesa dedicata a san Mamés. San Mamete di Cesarea, protagonista di millanta leggende, martire (forse), sua madre morta di parto, suo padre imprigionato perché cristiano, e raffigurato spesso come un bambino circondato da leoni mansueti.

venerdì 24 maggio 2013

Bruce, Peppino e 'a malafemmena


"Non è difficile trovare a Napoli degli attori della commedia dell'arte. Tutti i napoletani sono artisti nella vita, anche i pescatori". (Andrej Konchalovsji, Repubblica, 21 maggio)

"La prima dote per chi vuole essere autore è rispettare ed esprimere la propria napoletanità. Dote che invidio molto. Se noi torinesi avessimo la stessa abilità - possedere la torinesità - saremmo più ricchi. Essere napoletano ti dà subito un bonus +2 qualsiasi cosa tu faccia. Però può trasformarsi in una galera. Nella scrittura non puoi rimanere uno scrittore napoletano. Si tratta di diventare autori europei. Essere napoletani è un trampolino di lancio formidabile. Ma deve servire a volare, non a restare immobili per fare doing doing doing".(Alessandro Baricco, Repubblica Napoli, 21 maggio)

"Io cambio spesso, Springsteen rimane più sul classico". (Peppino Di Capri, Corriere del mezzogiorno, 22 maggio)

"Sono del sud, venendo qui sono tornato a casa! (Bruce Springsteen in Piazza Plebiscito, 23 maggio)

"Ammetto che un po' di Champagne mi esce fuori dagli occhi ogni tanto. Dal 1973 a oggi non c'è stata sera che non l'abbia cantata. Come pure Luna caprese. Se non le faccio la gente esclama: ma Peppino stasera ch'è venuto a ffà?". (Peppino Di Capri, Repubblica, 22 maggio)

"Poteva accadere ovunque, anche a San Diego, dove ci sono tanti immigrati messicani". (Brian Bilbray, dopo lo scippo a Napoli, Corriere del mezzogiorno, 22 maggio)

"Stiamo finendo di girare Gomorra e sono sicuro che quando si vedranno le prime scene, la serialità italiana farà un ulteriore passo avanti" (Andrea Scrosati, vice presidente cinema Sky, Il Messaggero, 19 maggio)

"Su Cavani tutti parlano, mentre io sono l'unico a fare banco in due minuti". (Aurelio De Laurentiits, Corriere del Mezzogiorno, 22 maggio)

"Anche a Parigi il traffico è molto caotico. Però ai semafori si fermano, come nel resto del mondo. A Napoli no, gli automobilisti passano con il rosso e nessuno sembra mai farsi troppo male" (Nils Lofgren, chitarrista di Bruce Springsteen, Repubblica Napoli, 22 maggio)

"Lo stadio del Napoli dev'essere un'attività commerciale a 360 gradi, come capita in tante realtà europee. L'Atletico Madrid ha addirittura un cimitero all'interno dell'impianto, per i tifosi". (Aurelio De Laurentiis, Il Mattino, 22 maggio)

"Quasi quasi mi pento di aver nobilitato i giornalisti di casa con il personaggio interpretato da Toni Servillo". (Paolo Sorrentino, Repubblica, 22 maggio)

"Ho la sensazione che Fellini abbia guardato Roma appoggiato dolcemente a una balaustra. Paolo Sorrentino c'è cascato dentro come dalla tromba delle scale". (Toni Servillo, Corriere della sera, 22 maggio)

"Sorrentino rischia sempre. E' questo che mi piace di lui". (Bernardo Bertolucci, Corriere della sera, 19 maggio)

mercoledì 22 maggio 2013

Il trampolino di Dio


E mentre la moglie di Brian Bilbray, ex membro del Congresso Usa, giura che non tornerà più a Napoli dopo lo scippo subito in città (ma il marito sostiene che poteva capitare ovunque, solo che nei titoli va la frase della moglie) - ecco - mentre succede tutto questo, The Independent dedica la sua pagina dei viaggi a Ravello, in occasione del duecentesimo anniversario della nascita di Wagner, che quei luoghi amava.
Un servizio che ripercorre l'amore di scrittori, attori, musicisti per Ravello, la cui Terrazza dell'Infinito (Villa Cimbrone) viene definita "il trampolino di Dio".

martedì 21 maggio 2013

Arriva Sorrentino

Dall'uomo in più alla grande bellezza. Tutti i trailer di Paolo Sorrentino uno dietro l'altro.

martedì 14 maggio 2013

Restif de la Bretonne ai fuochi in piazza

Una pagina, un giorno

Place Louis XV
Il 14 maggio ero convalescente. Alle otto di sera, mi sentii la forza di uscire e andai fino alle Tuileries. C'erano i fuochi per un grande festeggiamento, ma non vidi niente, seduto com'ero sui gradini del palazzo che scendono verso le aiuole. Il rumore spaventoso inteso, poi, non mi sorprese, è normale nei festeggiamenti tumultuosi.

(Nicolas-Edme Restif de la Bretonne, Le notti di Parigi, 1788-1794)

domenica 12 maggio 2013

La tristezza di Maupassant

Una pagina, un giorno


12 maggio. Da qualche giorno ho un po' di febbre: sono indisposto, o meglio, triste.
Da che provengono questi influssi misteriosi che mutano in scoraggiamento la nostra gioia e in delusione la nostra fiducia? Si direbbe che l'atmosfera invisibile è piena di inconoscibili Potenze delle quali subiamo la vicinanza arcana.
Mi sveglio pieno di giocondità, con in gola una voglia di cantare: - Perché? - Mi avvio verso il fiume; e d'improvviso, dopo una breve passeggiata, torno a casa tristissimo, come se qualche sciagura fosse lì ad aspettarmi. Perché?

(Guy de Maupassant, L'Horlà, 1887)

mercoledì 8 maggio 2013

I sassi di Gianni Brera e Carlo Levi

Il Giro dal divano 
"Mentre va spremendo le ultime Caiumi, su un arido costone alla nostra destra appare una città così bianca da potersi dire spettrale. Ipotizzo che sia Matera, quasi attonita - mi dico - di essere tanto uscita allo scoperto, dopo interi millenni vissuti in caverne di pietra". E' così che Gianni Brera racconta per la Gazzetta dello Sport l'arrivo del Giro in Basilicata nel 1976. Nella città dei Sassi. 

Il piccolo principe della Blixen

Una pagina, un giorno

L'otto di maggio, a Schloss Rosenbad nacque un piccolo Principe.
Quando il primo stridulo e arcano vagito eruppe dalla camera della Principessa, intorno alla quale tutta la casa era rimasta in ascolto, il castello fremette e si trasfigurò dalla cantina ai solai. Un sospiro di felice sollievo percorse tutte le stanze. Ma dopo un attimo il silenzio divenne infinitamente più profondo e più solenne. Chi avrebbe avuto il coraggio di tradire la piccola, indifesa creatura appena giunta tra loro? Tutti, in quella casa, avrebbero preferito la morte.

(Karen Blixen, Ehrengard, 1963, postumo)


martedì 7 maggio 2013

Le bici nella Calabria caleidoscopio di Bertarelli



Il Giro dal divano
Luigi ha 38 anni quando in bicicletta trascorre cinque giorni tra la Calabria e la Basilicata. Luigi Vittorio Bertarelli, milanese, imprenditore tessile . E' tra i fondatori del Touring Club, il suo mezzo di trasporto preferito rimane la bici anche quando in Italia stanno cominciando a circolare le prime auto. "Cinque giorni di escursioni cinematografati da un ciclista". E' questo il sottotitolo del suo reportage in bici al sud, Calabria e Basilicata. Viene pubblicato dal giornale "La Bicicletta". Ed è una piccola rivoluzione.

Il certo verde-limpido della Ortese

Una pagina, un giorno
Una luminosità gialloambrata era tutto ciò che appariva all'orizzonte, mentre, a destra, ancora s'intravedeva la costa bassa e nuda del Portogallo, finché non sparve, come un'ombra, definitivamente. Allora, a quella luce rosata si mescolò un certo verde-livido, e le onde, pur senza agitarsi, divennero più grosse. Era l'una del 7 maggio, e durante le nozze e la mattinata erano passate altre miglia, senza che perciò lo scenario mutasse.

(Anna Maria Ortese, L'iguana, 1965)

lunedì 6 maggio 2013

Il congedo di Gulliver

Una pagina, un giorno

Il 6 maggio 1709 presi solenne congedo da sua Maestà e da tutti i miei amici.

(Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver, 1726)

Le bici davanti al mare di Hemingway



Il Giro dal divano
Santiago si chiamava Antonio. Antonio Masarone. Questo vi raccontano se passate da Acciaroli, uno dei gioielli del Cilento, dove la Campania si impasta con il resto del sud. Vi raccontano del pescatore che ispirò Hemingway, vi raccontano del vecchio e del suo mare, altro che Cuba, altro che Gregorio Fuentes, il vecchio era Antonio, "'u viecchiu", perché già da giovane aveva i capelli bianchi. 
Vi raccontano che qui, nell'estate del '51, lo scrittore americano si fermò per dieci giorni. S'era invaghito all'epoca di una ragazza italiana.

domenica 5 maggio 2013

Ischia, riassunto d'Italia

Il Giro dal divano
A Ischia si arriva con la voglia di giocare alla libertà. Ci vieni quando finisce la scuola, dice Erri De Luca, che l'isola la conosce bene, ci passava l'estate da bambino.
"C'erano strilli di bambini e un odore di sentina, corretto da qualche punta forte di catrame e da un po' di nafta persa dai vecchi motori. La vita di pesca non era natura, era mestiere di falegname, di meccanico, di ago e filo" (Tu, mio)

venerdì 3 maggio 2013

Il Giro d'Italia e le bici nei romanzi di Napoli

Napoli, dove le bici affollano i romanzi più che altrove. Dove la bici è desiderio.
"Ho trovato, sotto il mio cuscino, un suo biglietto con queste parole: E ora me la compri la bicicletta?" (Giuseppe Marotta, Strettamente confidenziale). Dove la bici è solenne ricompensa. "Ho sempre desiderato che qualcuno, particolarmente soddisfatto del mio lavoro, mi regalasse una bicicletta" (ancora Marotta, I Dialoghi). Prendete Rea. Domenico Rea. Per lui la bici è compagna di struggimento d'amore. "Sulla bicicletta lei disse: - Non dire niente a nessuno. - Sarei pazzo. Io ti amo... - Ci vediamo domani alla stessa ora e allo stesso posto" (Ninfa Plebea). E' attraente, seduce, sfila come una modella, "col telaio rivestito di un manicotto di pelliccia grigia, con i raggi luccicanti come la ruota del sole all'aurora (Una vampata di rossore).

Il rallentatore di Daniel Keyes

Una pagina, un giorno

3 maggio. Una delle cose che mi confondono è il non sapere mai realmente, quando qualcosa affiora dal mio passato, se davvero accadde in quel modo o se così parve accadere sul momento o se lo sto soltanto inventando. Sono come un uomo che sia rimasto semiassopito per tutta la vita e cerchi di capire com'era prima di destarsi. Ogni cosa appare stranamente offuscata e al rallentatore.

(Daniel Keyes, Fiori per Algernon, 1959)

giovedì 2 maggio 2013

Il senso di Ben Kingsley per il ghiaccio


Ci sono volti di attori che col tempo si sovrappongono ai loro personaggi. Uno guarda Zingaretti in Romanzo di una strage e non riesce a evitare di pensare che a deporre in tribunale non sia lui, bensì il commissario Montalbano. Esistono ruoli che catturano, che provano a farti prigioniero per sempre. Come nei videgames di Mario Bros: quei ruoli ti sparano palle di ghiaccio addosso e ti congelano. Più sono riusciti, più ti sequestrano.
Ben Kingsley lo sa. Lo sa meglio di tutti. A 39 anni gli cuciono addosso la tunica di Gandhi. Addirittura. Otto Oscar al film, compreso uno per lui, che come Mahatma vince pure Golden Globe, Oscar inglese (Bafta) e un po’ di premi assegnati dai critici di mezzo mondo. L’icona della pace sulla terra prende la sua faccia.