mercoledì 11 marzo 2015

Quando il salotto tv diventa un ring



CI SONO quelli a cui in diretta si dà del tu. Ex compagni di squadra, qualche volta di nazionale, o magari compagni di una sera a cena, forse più d'una. Si riconoscono perché in genere a fine partita hanno azzeccato tutto. «Bravo Pippo, sei stato bravissimo » (Pippo è Inzaghi, la frase è tratta dal post-partita Sky di Chievo-Milan, 0-0). Ci sono poi quelli a cui si dà del lei. Non ci hai mai preso insieme nemmeno un caffè, non hai il suo numero di cellulare e se la sua squadra vince 4-3 gli chiedi cos'è che non ha funzionato in difesa.
È un giochino tanto scoperto, nei salotti tv, che se ne può sorridere. Il Napoli no, ma si sa come sono i napoletani, si offendono perfino se uno si augura il loro sterminio per mano del Vesuvio. Succede dunque che De Laurentiis ascolta da casa qualche giudizio negativo dopo il 2-2 con l'Inter («fallimento di Benitez»), alza il telefono e ordina: «Non parlate a quella gente». Ma poiché con 100 milioni di euro l'anno quella gente gli tiene in piedi un pezzo di azienda, finisce che un poco se ne risente. «Inadempienza contrattuale », è così che a Sky da 48 ore chiamano l'assenza in video di Benitez e squadra, lasciando intravedere lavoro per avvocati. Era fatale che succedesse. Nell'anno in cui i sospetti si sono allungati sui registi che scelgono i replay e su chi traccia le linee del fuorigioco, pure il tono di una domanda genera diffidenza. D'altra parte, il calcio italiano è tutto un intreccio: presidenti di club nei cda dei giornali, media che diventano partner dei club, advisor che raccolgono pubblicità per la concorrenza e costruiscono relazioni con cui si eleggono presidenti federali. Sky finanzia il gioco e lo racconta al pubblico, produce lo spettacolo e ne scrive le recensioni. Perciò la singola parola di ciascuno può diventare la piccola miccia per la dietrologia di tutti, e in ogni filo di fumo s'intravede un incendio. «Io parlo con la stampa perché sono obbligato», disse Mourinho nel celebre discorso sulla manipolazione intellettuale.

È diventata un inferno, la vita degli opinionisti. C'è chi gli intravede sempre la vecchia maglia addosso, soprattutto nel salotto di Sky (del resto Bergomi fa le telecronache dell'Inter, Marchegiani della Lazio e così via). Fuori onda di Seedorf, aprile scorso: «Perché a Conte queste domande non le fate? ». La malizia batte dove il dente duole. Su Twitter l'account parodistico @SkyJuve fa satira scrivendo cose così: «Vi comunichiamo che "Federico Buffa racconta Cristiano Ronaldo" di stasera sarà sostituito da "Massimo Mauro racconta Padoin" ». A gennaio 2010 esplose Totti, accusato in studio di «comportamento poco professionale» perché al 4' non si aspettava di entrare al posto di Toni, infortunato. Replica: «Non capisco perché debbano dare informazioni distorte a milioni di telespettatori ». E poi Ranieri: «Voi di Sky cercate sempre la polemica, tra poco a Roma non vi vedrà più nessuno». Faceva balenare masse di tifosi in marcia verso Mediaset, fuga che — per tornare a oggi — si registra a Napoli, complici i diritti tv di Europa League: rispetto allo scorso anno 12% di spettatori in meno su Sky per le partite del Napoli nel girone d'andata. Su Mediaset (che ha l'esclusiva Champions 2015-2018) il Napoli è la seconda forza dietro la Juve, cosa che non ha impedito licenze irripetibili con altri. Un giorno lo studio commenta che «il Napoli sta facendo scendere la uallera » e nel corso di Tiki Taka, il titolo su una foto di Benitez e Albiol è: «‘Na chiavica». Da qui il complesso napoletano di non essere trattati come gli ultimi delle grandi, ma ancora come primi tra le piccole. Con Sky si sono risentiti in estate Lotito e Preziosi: Lazio e Genoa erano state trascurate nei servizi dai ritiri. Il retropensiero? Sono amici di Tavecchio, Sky no. E si va avanti così, di veleno in veleno. Sono passati dieci anni dal primo incontro-scontro fra Sky e De Laurentiis. Il Napoli aveva vinto 5-0 a Udine, il presidente alzò la voce contro «i soloni» che avevano osato dare 5,5 al mercato. «Facciamo parlare Ranieri, che è meglio», fu la replica sbrigativa. Il 5,5 era per l'acquisto di un argentino, un certo Lavezzi. Va a finire che l'anno prossimo, dopo una partita, Benitez si vendica facendo spoiler su chi ha vinto MasterChef.

(la Repubblica, 10 marzo 2015)

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