martedì 8 marzo 2016

Mancosu, Ciofani e Rigoni: i fratelli del gol

PER fortuna i tempi cambiano. Adesso Luca possiamo chiamarlo solo Luca, e Nicola semplicemente col suo nome. Una volta no, una volta i fratelli nel calcio erano trattati come i papi e i re. Con i Cevenini, a inizio Novecento, partivi dal capostipite (era Aldo) e distinguevi tutti gli altri grazie ai numeri romani, arrivando dritto fino al quinto, anzi il V, che non a caso si chiamava Carlo. Se tutto fosse rimasto come allora e come poi fino agli anni Settanta, quando la genealogia dei Savoldi e dei Trevisanello finiva stampata sull’album delle figurine, in questo fine settimana la serie A si sarebbe intrappolata dentro lo scomodo scioglilingua per cui Rigoni II ha segnato per primo e Rigoni I per secondo.
Riassunto. Rigoni II, cioè Nicola, 25 anni, sabato sera si trova sui piedi il gentile omaggio del napoletano Chiriches e lo trasforma nel primo gol in serie A della sua vita. Rigoni I, cioè Luca, di sei anni maggiore, domenica pomeriggio fa un mezzo giro su stesso e mette la palla nell’angolo lontano, vittoria del Genoa sull’Empoli e festa doppia a casa, coi fratelli in gol nella stessa giornata di campionato. Ci sarebbe in questa storia anche un Rigoni anteriore al I, il padre, ex centrocampista del Vicenza, per comodità detto Gianluigi. È stato lui ad avviare i ragazzi al calcio, sebbene al campo per gli allenamenti - si sa poi come vanno a finire certe cose - li accompagnasse sempre mamma Maria. I Rigoni hanno giocato insieme per un minuto in tutto, anno 2007, in serie B contro il Brescia, e mai erano stati avversari, Nicola contro Luca, fino a due domeniche fa, come invece accaduto per una vita ai Baresi nei derby di Milano e come con il contorno di un discreto astio successe ai Boateng in Germania-Ghana dei Mondiali: Kevin, fedele alle radici, dava del traditore al naturalizzato Jérôme. 
In otto giorni i Rigoni hanno esplorato buona parte delle emozioni, o quasi. Ci sono comunque obiettivi che possono ancora darsi. Ipotesi I: far gol nella stessa partita ma con maglie differenti, alla Jordan e André Ayew, in Swansea- Aston Villa lo scorso ottobre. Ipotesi II: far gol nella stessa partita con la stessa maglia, come Daniel e Matteo Ciofani per il Frosinone contro il Lecce (2013), o Antonio ed Emanuele Filippini per il Palermo contro il Catania (2004). Questi ultimi per giunta erano gemelli, come Mario e Marco Piga, negli anni ‘70 diventati celebri non solo per un “rigore indiretto” calciato in Torres-Olbia, dunque molto prima di Messi; ma pure per la diceria secondo cui, quando facevano fallo a uno, fosse l’altro a sentir dolore, a centinaia di chilometri di distanza, in un’altra squadra, in un’altra partita.
Se ci fosse in questa storia pure un Rigoni III, potrebbero tutti insieme andare all’attacco del record stabilito due anni fa in una domenica d’aprile dai Mancosu: Matteo, Marco e Marcello in gol nello stesso giorno, uno col Trapani, l’altro col Benevento e l’ultimo a Pavia. Tra fratelli non si sa mai come va a finire. (Arnaldo) Sentimenti II aveva nel 1942 parato sei rigori di fila per il Napoli quando si trovò di fronte (Lucidio) Sentimenti IV, portiere anche lui, al Modena, per Agnelli uno dei più grandi della storia, e quel giorno tiratore perché i compagni non se la sentivano. Gol. Arnaldo lo inseguì per tutto il campo. Come dicevano in quel film a Bud Spencer e Terence Hill: «I miei fratelli li picchio solo io».

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