mercoledì 13 aprile 2016

Le regioni dove il calcio non esiste

Quando segna Pellissier, il gol è sempre un po' politico. In senso greco. Relativo alla pólis. Quando segna Pellissier, anche e soprattutto se il tiro passa come stavolta tra le gambe del portiere, l'Italia del pallone si estende, si unisce per davvero, allarga la sua mensa. Sergio Pellissier, 37 anni, è nato ad Aosta, nell'unica regione su venti in cui il calcio non domina, dove il maggior numero di tesserati appartiene alla federazione sport invernali e dove con una squadra sono saliti al massimo in serie C, negli anni Cinquanta. Quell'antico Aosta Calcio è fallito nel 2010, e quando due anni più tardi in Lega Pro è arrivato il più giovane Saint-Christophe Vallée d'Aoste, i dirigenti hanno scoperto che non esisteva uno stadio a norma per quel campionato: le partite in casa dovevano andare a giocarle a San Giusto Canavese, in Piemonte. Sergio Pellissier è una specie di Zorro del calcio locale. Mette il mantello e vendica un popolo per questa emarginazione.


Novantasei gol, tutti col Chievo, ancora uno e nella classifica dei migliori prende John Charles, una doppietta e raggiunge Angelillo. La serie A è lui. Sono tre le regioni italiane che non hanno mai avuto il piacere di vedere una loro squadra nello stesso campionato dell'Inter. Insieme alla Valle d'Aosta ci sono il Molise e la Basilicata. Lucano era un campione del mondo di Bearzot (Franco Selvaggi, senza aver mai messo piede in campo) e da lì viene De Canio, che allena l'Udinese. Il Molise ebbe negli anni Settanta un terzino ad Ascoli (Anzivino), un portiere a Perugia (Malizia) e un numero 10 del Brasile (Rivelino aveva il papà della provincia di Isernia). Trentuno anni fa il Campobasso batté la Juve di Scirea Rossi e Platini in Coppa Italia, uno a zero, gol di Ugolotti. Ma squadre di vertice: zero. Forse perché sono le tre regioni meno abitate d'Italia o perché sono le sole tre senza un aeroporto: come ce lo porti lì un grande calciatore che la domenica sera vuol tornare in fretta a casa? La Valle d'Aosta un aeroporto ce l'avrebbe, ma non interessa alle compagnie. A gennaio in Consiglio regionale resero noti i dati relativi al traffico: duemila passeggeri in tutto nel 2015. Il transito di un aereo di linea manca dal 2008. Se ci sono altri Pellissier nascosti fra i ragazzini, non sarà facilissimo scoprirli. Qualche anno fa il sito inglese "The Two Unfortunates", a cui piace leggere le cose del calcio attraverso l'analisi dei territori, raccontava che in una situazione analoga si trova la Cornovaglia. Il club più forte è il Truro City Football Club, fa meraviglie in Sesta Divisione, dove si è portato in zona play-off promozione per il salto in Quinta. Esagerati.

La Basilicata ha trovato Zaza, il Molise si perde nel ricordo di un gol del suo Mirco Antenucci con la maglia del Catania contro il Parma, 2010. Ma un Pellissier ce l'hanno solo i valdostani. Uno che non chiede il posto fisso e non si sente sottovalutato. «Questa è la mia dimensione» disse quando lo cercava il Napoli. Perché alla fine il viaggio è lo stesso per tutti. Sapere da dove vieni, dove vuoi andare e insieme a chi.

(uscito su Repubblica il 12 aprile 2016)

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