martedì 5 luglio 2016

L'estate speciale di Mel e del gallese che doveva sposarsi

foto tratta dal sito di April Court Care

Melvyn detto Mel aveva messo in conto la solita estate, una frazione di vita incastrata fra la solita primavera e il solito autunno. Il pomeriggio che non passa mai, ogni tanto il rumore lontano di una macchina in parcheggio, il profumo della merenda che si avvicina: funziona meglio di un orologio, passa sempre alla stessa ora. Mezza frittella di domenica. La temperatura di 23 gradi nella stanza. Un po' d'aria in giardino. Le panchine fra i cespugli. I deambulatori, le microcar, le sedie a rotelle elettriche. La vita di un ottantunenne in una casa di riposo non prevede sorprese.
St. Helen's Road affaccia sulla baia di Swansea. È la strada dei ristoranti etnici. Al Garuda si mangia indonesiano, al Reyhan cucina mediorientale, all’Istanbul dice tutto il nome. Pizza Hut consegna a domicilio, Didier&Stephane servono piatti francesi. La April Court Care Home è piantata lì in mezzo, al civico 141. Dall'altra parte della strada c'è la vetrata del Viceroy, piatti indiani e del Bangladesh. È questo il mondo oltre la finestra di Melvyn detto Mel, l'uomo che un giorno ha acceso il televisore ed è finito dentro un'estate speciale.


È finito dentro l'estate inattesa di Joe, di Chris, di Neil, così inattesa da cambiare pure la sua. Joe è quello con la barba lunga, centrocampista, di cognome fa Ledley. Aveva prenotato a Ibiza da mesi, tutto pronto per sabato 9 luglio, aveva detto alla sua ragazza: dai, ci sposiamo là. Quando il Galles ha fatto il terzo gol al Belgio nei quarti di finale, la signorina Ruby May Rodgeway ha capito tutto. Il matrimonio era saltato.
O meglio: il matrimonio è rimandato. I compagni di Joe ci ridono. "Sono sicuro che lo riorganizza facilmente" dice Bale. Nessuno dei compagni era fra gli invitati ma sono saltati i programmi di tutti. Chris Gunter, il terzino, sarebbe dovuto andare in Messico, dove si sposa suo fratello Marc. Il Galles in semifinale - e vediamo come finisce con Ronaldo - fa saltare pure il volo di Chris. Non solo. Ha creato il panico in famiglia. Papà Gerald e mamma Sarah restano in Francia per gli Europei. Hanno disdetto anche loro. Marc non s'è offeso. Anzi. Pure lui era in Francia fra i tifosi. Ha visto tutte le partite della Nazionale. È volato a Cancun da Danielle perché deve. "Ma non escludo che voglia tornare per la finale, se vinciamo", ha detto Chris a qualche giornalista inglese, "a quel punto non gli resta che divorziare". Non divorzierà l'altro Chris, il ct Coleman, che sta per ridiventare papà a 46 anni. La sua seconda moglie, la giornalista tv di Sky Charlotte Jackson, sta per partorire. Ogni giorno è buono da oggi e Chris non può lasciare la panchina. Non ci sarà. Coleman è quel tipo che l'altro giorno ha risposto agli inglesi di non prenderlo in considerazione come ct dell'Inghilterra, perché è gallese e le due cose non sono compatibili, casomai gli interessa una squadra in Champions League. Neil Taylor, l'altro terzino, aveva invece i biglietti per il concerto di Beyonce a Cardiff. Erano il regalo di compleanno per sua moglie Genna. "Beyonce non si offenderà per i due posti vuoti". Sta provando a prendere quelli per i Simply Red. Hanno il pregio di cantare sei giorni dopo la finale.

Neil Taylor festeggia con i figli la vittoria sul Belgio

Il primo gol della storia di Bale, alle 18.10 dell'11 giugno. La prima vittoria di sempre a un Europeo contro la Slovacchia. Il 3-0 alla Russia e la vittoria nel girone. L'Irlanda del Nord battuta agli ottavi. La rimonta sul Belgio numero due del ranking Fifa grazie ai gol di due ragazzi che hanno giocato l'ultimo campionato nella serie B inglese. Tutto questo è uscito dalla tv ed è finito giorno per giorno nella camera di Melvyn. Il silenzio spaccato, un'estate diversa. Alla April Court Care Home di Swansea al telefono dicono giustamente che non possono divulgare troppi dettagli, ma che "Mel guarda le partite, non ne ha saltata una ed è felice come tutti i gallesi". Cinquantotto anni fa in campo c'era lui. Lo stopper, la maglia con il numero cinque, ventitré anni. Mel Charles, il fratello di John. Il Galles uscì ai quarti di finale perché si imbatté nel primo gol sulla scena internazionale di un diciassettenne che il portiere Kelsey definì "un diavolo venuto dall'inferno". Era Pelé, che a Mel regalò la maglia perché - disse - "sei il miglior difensore del torneo". L'Arsenal corse a comprarlo dallo Swansea - in serie B - per 42mila sterline, la cifra più alta mai pagata all'epoca per un affare di mercato fra due club britannici. Il record assoluto era dell'anno prima, 1957, 60mila sterline pagate dalla Juve per l'altro Charles, il gigante buono John. Mel è un signore dalla grande auto-ironia. Gli piaceva raccontare di quella volta in cui per un Galles-Inghilterra allo stadio erano andati sia papà Ned sia mamma Lily. Lei per la prima volta. Non conosceva le regole. Non sapeva che nel secondo tempo le squadre invertissero la posizione in campo. Quando al sesto minuto dopo l'intervallo vide John colpire il pallone di testa e il pallone finire in porta, scattò in piedi a battere le mani. Suo marito si irritò. "Il nostro John ha segnato" si giustificò lei. "Sì, ma nella nostra porta". Nella sua autobiografia uscita nel 2009, "All'ombra di un gigante", Mel scrisse che nel 1958 "non c'erano molte persone in Galles informate del fatto che noi fossimo ai Mondiali di calcio". Il South Wales Evening Post dava i titoli più grossi alle partite di cricket. Proprio un cronista di quel giornale andò due anni fa a fargli visita all'April Court Care Home, 76 camere singole, una doppia, dalle 485 alle 679 sterline a settimana di retta. Quando scrisse il suo articolo, a Mel attribuì una sola risposta: "Mi piacerebbe essere un giovane calciatore adesso". Mel Charles

aggiornamento (Mel Charles è morto il 24 settembre 2016)

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